martes, 3 de junio de 2008

"Patagonia Chu Chu" a la italiana






Spirava un vento freddo, tipico delle ore che precedono l'alba, quando l'autobus, con un rumore di ferraglia tenuta insieme alla meglio, si fermò davanti alla stazione ferroviaria. Il conducente attese giusto il tempo che scendessero i due uomini e poi si allontanò con il suo carico di contadini addormentati.Uno dei due era alto e con il viso incartapecorito, le rughe provocate dal sole gli allungavano gli occhi. I capelli biondi, schiariti da qualche ciuffo bianco, gli davano un'aria da gringo, confermata, se fosse stato necessario, da un paltò da boscaiolo a grossi quadri. Portava in spalla una sacca da marinaio di tela rinforzata.L'altro era di una spanna più basso, e aveva le spalle ampie di un sollevatore di pesi incurvato per un infortunio. Un paio di baffi scuri, disuguali, gli divideva in due la faccia. Al contrario del suo compagno, sembrava che non avesse mai visto il sole.«Avremmo potuto viaggiare sul tetto dell'autobus e ci saremmo risparmiati il biglietto...» protestò il più basso scuotendosi i vestiti con rabbia. Ogni colpo sollevava una manciata di polvere che il vento si portava via verso una destinazione ignota.«Però siamo arrivati in tempo» disse il biondo controllando l'orologio. «Era tutto calcolato...»«Sì, lo so, freddamente calcolato» borbottò il più basso, con il tono di chi si è sentito ripetere quella frase fino alla noia. «Esatto, freddamente calcolato...» ribadì il biondo con un mezzo sorriso. «Appena cinque minuti dopo le sei, e quella dev'essere la stazione ferroviaria.»«Un cioccolatino per l'informazione. Andiamo, Haroldo, sto morendo di freddo.»Il più basso si calcò in testa il berretto con la visiera e, sollevando una piccola borsa, cominciò ad allontanarsi con un'andatura impacciata per le gambe intorpidite dallo scomodo viaggio. Ma si fermò subito perché il biondo non lo seguiva. Al contrario, sembrava più immobile che mai e si guardava intorno con aria distratta.«Ehi, si può sapere che aspetti?»«Parla con me, signore?» «E a chi sennò? Ma porca di quella putt... Ah, ho capito, mi sono dimenticato i nomi di battaglia. Non le sembra opportuno che la smettiamo di congelarci le palle ed entriamo in quella maledetta stazione, signor Butch Cassidy?» «Assolutamente, signor... Juan Bautista Bairoletto. Anche se non c'è fretta, il treno passa alle otto di mattina.»

Del catálogo de La Nuova Frontiera. Un adelanto.
http://www.lanuovafrontiera.it

3 comentarios:

Anónimo dijo...

Salutte Argemi. Rodolfo

Eduard Pascual dijo...

Hola Raúl, mi nombre es Eduard Pascual, escritor. Quisiera comentarte un tema en privado. Te dejo mi email: eduardpascual@gmail.com

Gracias
Eduard Pascual

Anónimo dijo...

Ciuf, Ciuf e ancora Ciuf. Saluti e il gran lancio sarà la prossima settimana.
Lorenzo